Maurizio Romanelli
INTROSPEZIONI POETICHE DI UN IDIOTA CONSAPEVOLE
RICERCA
Se alzo gli occhi e mi opprime il cielo,
indago intorno a forme nuvolose
suscitandomi appassite fantasie.
E ritrovo l’io bambino
in un perduto gioco dell’infanzia,
lasciandomi mormorare immagini
dalla caducità dei cirri: passa lento, maestoso,
un galeone, affonda nell’azzurro e lascia,
buffo, un volto con la pipa, cresce un papero,
un castello, un quadrifoglio…
Un agguato di vento dietro l’orizzonte
mette sbandando in fuga il mio gregge d’ombre,
carpendomi l’incauta giovinezza.
Così fa la vita,
con le greggi irreali degli affetti
che invano vogliamo trattenere
ma che più lesta essa ci disperde.
Così è il mondo,
dove nessuno mai è di qualcuno
ed anche le più intense passioni
reggono solo se non messe alla prova.
Così è la polvere
della quale ci gloriamo
di fronte a specchi illusori che ci
consolano di falsate apparenze.
E se alzo gli occhi
e mi sussurra il cielo
non gli rifiuto ascolto
ma non indago… sia così!
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