Maurizio Romanelli
INTROSPEZIONI POETICHE DI UN IDIOTA CONSAPEVOLE
L' URLO DEI VECCHI
Sarà golosità d’esistere, sarà disperato
ancoraggio o rimpianto scaturito da innocenze
frustrate. Oppure sarà l’appiglio a future meraviglie
ormai appassite dopo l’imprevista trafittura
di scheggiato bambù del non ritorno.
È il grido dei vecchi il rassegnato
sguardo consapevole di commiato ai giorni
levigati, nei quali alcuna ambascia funestava
trepidanti attese del mattino appresso.
Un grido che vagheggia amare saggezze
d’esclusi dal desco di presunta eternità, imbandito
dallo gnomo ermafrodito che spartisce con malvagio
illusionismo carcasse di vita ai commensali,
accantonando i più ghiotti bocconi
per l’età che meno gusta i sapori.
Riconferma d’esistere, o consapevole
sgomento di perduto sarà l’inascoltato intercalare
dei vecchi sulle annacquate memorie, con parabole
sollecitanti agli eredi cautele nel cammino.
Per l’atavico splendore di ottuse inconsapevolezze
solo sghignazzo e tedio ispirano ai discendenti
freschi di rugiada, che finora solo inganni
d’aurore hanno dalla vita assaporato.
È il grido dei vecchi
l’urlo più silenzioso del creato!
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