Maurizio Romanelli
INTROSPEZIONI POETICHE DI UN IDIOTA CONSAPEVOLE
FELINO DOMESTICO
Dal filo d’erba, al vespero che s’attarda
in rosee pittate sull’ultimo rilievo, fino
al felino domestico impazzante nel giardino,
dove stravacco bolsi sfinimenti,
tutto m’appare congiura artificiosa,
un chiaroscuro assorto che dolora.
Sarà deliquio di ratta smagatezza,
al decisivo rabbocco sconfortante
che tracima il fiele, ammorbando
scampate polle di fiducia, ma occulte
finzioni sospetto allo splendore.
Poi, in un sussulto d’intensa
languidezza, lascio che mi contagi
del micio la follia, giocando a zampetto
con lui da sotto l’albero, smarrendomi,
per un istante di grullaggine soave,
nel suo volteggio d’acrobata boschivo.
Mi narra, la vita, all’improvviso,
il suo reggere sospesa al solo istante:
oltre s’incespica, il bipede pensoso,
nelle ramaglie di contorte ideologie,
che mai seppero scindere il celeste
nodo gordiano della felicità...
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