Maurizio Romanelli
INTROSPEZIONI POETICHE DI UN IDIOTA CONSAPEVOLE
QUANDO DISERTERO'
Nel breve intermezzo di chiarore
dilazionato dalle ombre del tramonto
dovremmo tutti frugare brevemente
nelle memorie del giorno ormai trascorso.
Senza ipocriti pudori
scoveremmo le malefatte e i vani infingimenti
avviluppati d’imprevedibili candori: parole e gesti
che rivorremmo indietro e, per contro,
silenzi corruttibili nel liberatorio
impulso che non venne.
Ma non rimane il tempo,
o forse è questione di coraggio,
di pigrizia mentale, o altro ancora,
per cui dilazioniamo sempre i momenti
del denudarci dentro.
Ce ne andremo così,
inavvertiti dall’umano assillo
- come noi stessi sovente disattendemmo -,
livellante nemesi d’assenteismo del quale è permeata
la corteccia dell’apparentemente
evoluta società.
Quando diserterò
dal piccolo spalto difensivo
tenuto per lo più con l’ironia,
vorrei che gli sparuti amici, solidali infermi
della vita che immaginarono di conoscermi,
festeggiassero con spontanea letizia, preludio
a repentina dimenticanza: nulla mi angustierebbe
più della tristezza di chi dovesse subire panegirici banali
dedicati alla memoria di un giullare che ispirò talvolta
lobotomie pensose con l’inavvertibile
bisturi del sorriso…
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